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L’adolescenza, o la presunta tale, si misurava all’epoca dei miei anni 70, con una realtà fondamentale, il famigerato documento di identità che attestava il compimento dei 14 anni di età.  I motivi agli occhi della mia giovinezza erano ben due: il primo,  la possibilità finalmente di poter guidare un motorino, agognato e desiderato negli anni precedenti dove non bastava più mettere una cartolina tra i raggi della ruota della bicicletta. Ma il secondo – fondamentale – poter avere accesso a quei “peccaminosi” film vietati ai minori di anni 14.

Prima dell’esordio di quella età i tentativi tra amici della compagnia ci furono comunque, approfittando dell’altezza che era superiore a quella di un dodicenne accompagnata da una timida faccia tosta davanti alla cassiera del cinematografo: ho scordato il documento.

I cartelloni pubblicitari, tutti accuratamente disegnati, inanellavano nella mia mente adolescente le prime pulsioni accompagnate da grande curiosità per una sala a noi tutti proibita: Il cinema Astra.

Era un cinema leggeremente fuori dal centro della città, in un viale alberato che si protraeava attraversandolo fino a un parco giochi molto grande. Ci passavo spesso, e ogni volta, nello spazio a vetrina ai due lati dell’ingresso, sbirciavo senza fermarmi i titoli e le immagini che innescavano la mia giovane fantasia.

I nostri diari scolastici si riempivano mano mano di ritagli di giornali e di riviste patinate con le attrici protagoniste di quei film a noi proibiti. Ognuno di noi aveva la sua preferenza e cercava spasmodicamente immagini inedite da poter mostrare al proprio compagno di banco, adducendo la motivazione di essere l’unico ad avere quello scatto.

E così, nell’attesa di quel compimento d’età, oltre a sfogliare il Postal Market nella parte – intimo femminile – ci si dilettava al ritaglio e alla composizione di immagini e frasi di attrici in auge in quel momento, come Gloria Guida, Laura Antonelli, Nadia Cassini e tantissime altre, che inducevano noi, studenti in erba, ad attendere quel magico momento del compimento dei 14 anni, per poter accedere nelle sale di quel film – cosidetti a luci rosse – dove poter vedere le nostre – fidanzate immaginarie – non più solo in immagini fisse ritagliate, ma in movimento e in scene spinte di nudo.

In tutto questo, permeavano nell’aria due difficoltà non facilmente scavalcabili. Accedere nella sala cinematografica senza essere visti da genitori o parenti (cosa non facile perchè la via era comunque un passaggio d’obbligo per molte persone) e come trovare i soldi del biglietto per poi doverne dare giustificazione della loro scomparsa a papà e mamma.

Con il gruppo di amici, tutti intenzionati a varcare quella soglia – proibita – si trascorrevano interi pomeriggi a studiare pianificazioni per eludere le sorveglianze e a trovare suluzioni plausibili per l’ammanco monetario per l’acquisto di un biglietto non consentito. Eh si, perchè nonostante il documento desse ragione a noi e alla nostra nuova età, i genitori di tutti non avrebbero mai acconsentito al proprio pargoletto in crescita di avventurarsi verso la visione dei film erotici, anche se – quell’erotismo – a guardarlo ora, era decisamente all’acqua di rose.

La fortuna fu che il cinema Astra aveva già all’epoca due sale. Una dedicata ai film erotici, e la seconda, un poco più piccola, riservata ai film – del terrore – (si chiamavano così) sempre vietati ai minori di 14 anni per le scene permeate di una esagerata violenza. Quella fu la carta vincente. Dedicarsi ai film – di paura – per accedere al luogo proibito ed entrare nella sala del sesso vietato. Plausibile, pulita, senza troppe complicazioni.

Il varcare quella soglia, era una vera dimostrazione di coraggio, il cuore batteva e le mani sudavano. Nonostante la legge dicesse che era possibile per noi accedervi, il senso morale ci diceva che stavamo compiendo un’azione ai margini della legalità. Non eravamo sereni entrando, ci sentivamo agitati durante la proiezione, e provavamo disagio nell’uscire dalla sala temendo che qualcuno potesse scoprirci. Tant’è che, per evitare uno stato d’animo compromesso ogni volta che si decideva di andare al cinema Astra, decidemmo all’unanimità di lasciar perdere i film proibiti, dedicandoci tutti insieme ai film – del terrore –

D’altronde, anche quelli erano “vietati ai minori

Guido Tognetti

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