In questa foto c’è parte del mondo radiofonico. Quello che ora non c’è più. Il progresso è arrivato prepotentemente anche da noi. Giusto così.
Eppure non dimentico quando le canzoni venivano registrate sulle bobine e di notte si mandavano proprio attraverso questi nostri. Era il tempo delle vere richieste musicali e quando si era in diretta il vinile era lì a portata di mano tra 45 giri e 33.
Ma la cosa più incredibile era la messa in onda delle pubblicità. C’erano cassette speciali con pochissimo nastro. Al massimo per un minuto di ascolto. Noi che facevamo la trasmissione avevamo 4/5 piastre (nome dell’apparecchio che mandava in onda le cassette) e alla fine di ogni spot partiva il successivo. Tutto fatto a mano. Ad ogni mini cassetta un jingle pubblicitario.
Era un lavoro di grande concentrazione. E poi con la matita riavvolgevi. Gli ascoltatori si sintonizzavano con la radio a manopola e mettevano un segno di pennarello nel punto dove si riceveva la stazione preferita.
Ma la cosa più incredibile era la messa in onda delle pubblicità. C’erano cassette speciali con pochissimo nastro. Al massimo per un minuto di ascolto. Noi che facevamo la trasmissione avevamo 4/5 piastre (nome dell’apparecchio che mandava in onda le cassette) e alla fine di ogni spot partiva il successivo. Tutto fatto a mano. Ad ogni mini cassetta un jingle pubblicitario.
Era un lavoro di grande concentrazione. E poi con la matita riavvolgevi. Gli ascoltatori si sintonizzavano con la radio a manopola e mettevano un segno di pennarello nel punto dove si riceveva la stazione preferita.
Le interviste? Beh quelle si registravano con un portatile pesantissimo a bobine. Usatissime e costose in quel tempo. E a proposito di bobine quando si facevano i programmi di musica mixata questi si montavano sul Revox dove si tagliava e incollava il nastro nei punti giusti per far suonare il mix perfettamente. Ore di lavoro.
Questo tempo è oramai lontano. Era anche il tempo delle piccole radio di quartiere dove un manipolo di ragazzi giocava a far programmi casomai distogliendosi dalla strada e da situazioni pericolose. In un quartiere potevano esserci anche più di una radio con una rivalità enorme tra loro. Si ascoltavano solo nel quartiere e le pubblicità a 30 mila lire al mese. Tempi di conquiste da non dimenticare mai.
Ho i capelli bianchi ecco perché ricordo quel tempo. Ma chi si avvicina alla radio oggi dovrebbe studiarlo questo passato. Perché non basta tirare su il cursore del microfono e dire che ore sono. La radio è invenzione, racconto. Ora noi in radio passiamo molta più musica rispetto al resto perché se le parole sono inutili meglio puntare al nostro grande e unico repertorio. Con poche persone che hanno però vissuto quel tempo. O quasi.
A fare una radio che rievochi i ricordi di come eravamo.