L’appuntamento della domenica mattina

La semplicità. Anni fa i ragazzi si inventavano il tempo. E anche io. Ci si divertiva con poco. Forse eravamo più tristi dei ragazzi di oggi ma con nulla eravamo felici.

All’improvviso mi son ricordato quando la domenica mattina andavo con mio padre all’edicola. Era un appuntamento immancabile. Lui mi voleva con se, per recuperare le assenze della settimana, quei 10/20 minuti dove a piedi raggiungevamo l’edicola di Via Marmorata o Piazza Testaccio. Storica, con il signor Enrichetto comunista doc che quando vedeva mio padre comprare Il Borghese o Il Tempo lo guardava male.

Ma mio padre leggeva tutto e l’edicolante si rasserenava quando poi gli chiedeva anche Paese Sera. Intorno sempre un capannello di persone. Quelle belle e genuine del quartiere a discutere di prima mattina della Roma e della Lazio. Poi toccava a me. Cosa vuoi? Una rivista musicale? Sorrisi e canzoni tv? Il Guerin Sportivo? Tuttosport o le figurine dei calciatori?

Invece io spesso spiazzando tutti chiedevo i trasferelli. Geniali e bellissimi. Semplici ma di fantasia. La penna che intensamente passava sopra alla figura e questa si trasferiva sulla rivista a completare uno scenario che creavi tu. L’abbiamo persa quella semplicità. Eppure a volte mi manca. Come quella passeggiata che a volte facevo sbuffando un po’. Eppure oggi rimane un momento bellissimo. Prima delle mie 2 ore a lavorare con i trasferelli nel rispetto massimo dei soldi spesi.

Chissà cosa compravate all’edicola voi. Se me lo dite oggi durante La Strana Nostalgia in radio faccio la spia. C’erano anche altri giornali di moda in quel tempo. L’immancabile Playboy, il più spinto Le Ore, oppure Cronaca vera, veramente terribile. E sbirciavi chi comprava dopo di te.