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La Settimana Enigmistica è una delle più antiche riviste italiane: Il primo numero arrivò in edicola il 23 gennaio 1932 al prezzo di 50 centesimi di lira. La tiratura era di seimila copie, la testata praticamente identica a quella di oggi.

E’ stata per molto tempo il prodotto-tipo per le famiglie italiane di cultura medio-alta, che si affiancava all’acquisto di quotidiani e riviste d’attualità.

Dal 1932 i numeri della Settimana Enigmistica sono progressivi, cioè non ricominciano ogni anno, ma si accumulano settimana dopo settimana, come quelli dei giochi, dei rebus e delle parole crociate: tutto quello che c’è all’interno del giornale – tranne le barzellette – è numerato in un inventario infinito!

L’immutabilità non è stata turbata neppure dal leggerissimo restyling del 1995 che ha cautamente introdotto il colore all’interno.

Nel corso di tutta la sua storia ormai quasi secolare – racconta il libro L’orizzonte verticale. Invenzione e storia del cruciverba di Stefano Bartezzaghi, la firma più importante del giornale, e il fratello di Alessandro, attuale condirettore, La Settimana Enigmistica ha ritardato soltanto due numeri, per motivi piuttosto seri: il 607 fu pubblicato il 4 settembre 1943, invece che il 21 agosto, e avvisava in prima pagina: «Le selvagge incursioni nemiche, che hanno devastato la nostra redazione e provocato danni gravissimi nella tipografia e nell’ufficio distribuzione, ci hanno impedito di pubblicare questo numero con la consueta regolarità»; il 694, che uscì il 14 luglio 1945, invece che il 28 aprile, chiariva: «Gli storici avvenimenti delle ultime settimane hanno impedito di pubblicare questo numero con la consueta regolarità». Da allora è sempre stata puntuale.

I due slogan che accompagnano da sempre La Settimana Enigmistica sono : «La rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione!» e «La rivista di enigmistica prima per fondazione e per diffusione».

La redazione della rivista è,da tempo immemorabile, al  civico 10 di piazza Cinque Giornate a Milano  in un grande edificio conosciuto come Palazzo Vittoria. Sul citofono non c’è scritto niente e i due edicolanti della piazza, più volte intervistati, del giornale sanno solo che gli arriva per essere venduto insieme ai molti altri.

Se provate a chiamare in redazione una segretaria cortesissima vi passa il dottor Fortunato Oliviero (che firma a volte i cruciverba) e vi spiega che la politica del giornale è di non concedere interviste a nessuno e non permettere visite di estranei, meno che mai di rivelare qualcosa su vendite, tiratura e fatturato.

Le foto del personaggio in copertina non vengono scelte in base agli eventi: attori o attrici non finiscono in copertina per avere vinto un Oscar o perché hanno un film in uscita. A volte i personaggi che vengono scelti non sono molto conosciuti… «Ce lo scrivono anche i lettori», dice Fortunato Oliviero, «ma noi spieghiamo loro che magari all’estero sono delle star».

Oltre alle Parole Crociate, ai Rebus e al “Che Cosa Apparirà?”, il successo de La Settimana Enigmistica è legato anche a molti personaggi protagonisti di giochi e vignette come Il Corvo Parlante, Il Quesito Della Susy e Anselmo e la sua famiglia in “Come fareste, voi?”.

Anche il mondo delle sette note ha, piu’ volte, tratto ispirazione dalla storica rivista.

Paolo Conte, nella sua “Sotto le stelle del Jazz” cita nel testo “nel tempo fatto di attimi  e settimane enigmistiche…” ma anche la canzone dei  BaustelleL’estate enigmistica” è dedicata al famoso settimanale.

Ci congediamo da voi sottolineando che il 23 gennaio 1932 è una data palindroma – 23-1-32 – scorre cioè identica nei due sensi. Ci si può divertire a interpretare questa caratteristica come un presagio dell’immobilità di questa storica rivista italiana!

Paolo Famiglietti

 

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