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Un fulmine a ciel sereno.

Nel pomeriggio, intorno alle 16.20, la notizia che ha raggelato il Paese intero (in un periodo di tristi notizie che si accavallano ormai da un anno e mezzo): la scomparsa di Raffaella Carrà.

Ad annunciare la morte della show-woman, Sergio Japino, suo compagno per diversi anni, nonché collaboratore storico fin dal 1980.

Non è facile parlare di un personaggio importante come Raffaella. I successi sono troppi: spettacoli televisivi, canzoni, show teatrali, trasmissioni radiofoniche, film, sceneggiati. Una storia che la vede tra le maggiori protagoniste dello spettacolo leggero italiano e non solo. A sorprendere, al di là del suo innegabile talento, l’incidenza nel costume e nella società, non solo italiane, tanto da essere annoverata quale “icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso” secondo il quotidiano britannico “The Guardian”.

Fin da bambina, Raffaella Pelloni (nome anagrafico dell’artista) ha avuto la precisa idea di sfondare nel mondo dello spettacolo: non a caso debutta a soli nove anni, quale protagonista del film “Tormento del passato” (1952) diretta da Mario Bonnard.

Il desiderio diventa una realtà, soprattutto dopo il diploma ottenuto al “Centro Sperimentale di Cinematografia” e i primi ruoli in pellicole cosiddette “minori”. Nel 1961, la piccola svolta: Raffaella viene scelta per affiancare Lelio Luttazzi nel programma tv “Il paroliere: questo sconosciuto”. Il curatore del programma, Dante Guardamagna, le consiglia di cambiare il suo cognome e Raffaella acconsente, scegliendo il nome Carrà, ispirato a Carlo Carrà, celebre pittore futurista/metafisico del Novecento. Il programma va bene, tutto sembra procedere per il meglio, anche se, nonostante la bravura di Raffaella, presente in film come “Il colonnello Von Ryan” (1965) con una stella come Frank Sinatra, in famosi sceneggiati come “Scaramouche” (1965) con Domenico Modugno, oppure in commedie musicali quali “Ciao, Rudy!” (1966) con Marcello Mastroianni, la sua popolarità non cresce come vorrebbe.

Dopo altri tentativi andati a vuoto, finalmente arriva la grande occasione per Raffaella: all’inizio del 1970 viene scelta per affiancare Nino Ferrer nello spettacolo tv “Io, Agata e tu”, in cui si propone come scatenata ballerina, attrice e cantante, stupendo il pubblico televisivo per la sua grinta e la capacità comunicativa di primissimo livello. Il successo, inaspettato, è davvero grande, tanto è vero che la show-woman bolognese (romagnola di adozione) diviene primadonna di “Canzonissima ’70” accanto a Corrado.

Da lì, una storia interminabile di affermazioni sul piccolo schermo: “Canzonissima” del 1971 e 1974; “Milleluci” (1974, show condiviso con la grande Mina); “Ma che sera!” (1978); “Millemilioni” (1981); “Fantastico 3” (1982), fino alla straordinaria affermazione di “Pronto, Raffaella?” (1983-1985), primo programma del mezzogiorno televisivo della Rete Uno, diretto dal fido amico (ed ex compagno Gianni Boncompagni), in cui la Carrà dimostra di essere una perfetta padrona di casa, in grado di calamitare una platea di quasi 10 milioni di telespettatori.

La televisione continua a regalarle affermazioni: “Buonasera Raffaella” (1985); “Domenica In” (1986), fino alle esperienze su Canale 5, con “Raffaella Carrà Show” (1988) e “Il Principe Azzurro” (1989), non particolarmente fortunate.

Il rientro in Rai le consente di essere apprezzata come merita, con programmi come “Ricomincio da due” (1990-1991) e, soprattutto, “Carràmba, che sorpresa” e “Carràmba, che fortuna”, due straordinari successi ripetuti per anni, dal 1995 al 2008. Nel 2001, la Carrà è la conduttrice del Festival di Sanremo: un’esperienza non troppo riuscita, risolta comunque con la consueta professionalità.

Negli ultimi anni, “Raffa” si concede di meno al grande pubblico, apparendo in programmi come “Amore”, “Forte, forte, forte”, “The Voice Of Italy” e l’ultimo da lei condotto, “A raccontare comincia tu”, in cui incontra protagonisti come Sophia Loren, Riccardo Muti, Maria De Filippi, Loretta Goggi, Renato Zero e altri, riuscendo come sempre a coniugare qualità e convivialità.

Un elenco interminabile anche per quel che riguarda il versante musicale, con successi indimenticabili come “Ma che musica maestro”, “Chissà se va”, “Tuca Tuca”, “Rumore”, “A far l’amore comincia tu” (che riuscì ad entrare in classifica persino in Inghilterra, col titolo di “Do It Again”), “Fiesta”, “Tanti auguri”, “Ballo Ballo”, “Fatalità”, uniti a brani romantici, particolarmente azzeccati ed amati dalla stessa Raffaella come “I Thank You Life”, “Forte, forte, forte”, “E salutala per me”, “Io non vivo senza te”.

In queste ore sono molteplici i messaggi di cordoglio per la scomparsa di un vero e proprio mito dello spettacolo: dal mondo politico (il segretario del Pd Enrico Letta ha scritto: L’Italia perde una delle sue icone più intelligenti, gradevoli ed eleganti. La scomparsa di Raffaella Carrà per quelli della mia generazione è davvero un pezzo di vita che se ne va. Profonda tristezza”) a quello musicale (Cristiano Malgioglio: “Sono addolorato e piango una amica meravigliosa. Artista meravigliosa. Oggi ho il cuore a pezzi. Riposa in pace e non ti dimentichero” mai… mia adorata Raffaella. Che triste la vita…”), fino a quello televisivo (Pippo Baudo ha dichiarato: “Una volta in Spagna, a Plaza de Toros, c’era Raffaella Carrà da sola col suo gruppo, e ricordo intorno trentamila persone. Una cosa incredibile, un amore come per nessun’altra italiana”. Il motivo dell’enorme successo e dell’unicità di Raffaella stava, secondo il popolare conduttore, nella semplicità”; Lorella Cuccarini: “Non è possibile… Il mito di sempre è rinato in Cielo. Rip Raffaella”; Simona Ventura: “Questa notizia mi ha tagliato le gambe , sono incredula , non me l’aspettavo . Sconvolgente.  Se ne va l’icona della tv. Per sempre”).

Nella nostra memoria, nel nostro cuore, nel nostro ricordo, ci sarà sempre spazio per la bella ragazza con l’ombelico scoperto che trascina Alberto Sordi in un sensuale e trascinante “Tuca Tuca”, per l’amica delle 12.00 con un barattolo pieno di fagioli, in grado di fermare l’Italia, per la donna di spettacolo in grado di creare uno show da capo a piedi, con la forza, la personalità e la capacità creativa di una vera leonessa.

Ciao, Raffaella. Nessuno potrà mai dimenticarti.

David Guarnieri

 

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