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C’è qualcosa qualcuno che ha colorato le mie estati e questo artista è Umberto Tozzi.
Le sue canzoni mi portano inevitabilmente a quelle estati quando la sera tra grilli e stelle si prendeva la macchina e ci si avviava verso la gelateria Tris sulla piazza di Frascati.
Dopo una giornata spensierata e intensa. Piscina nel verde della campagna, le radio del posto che suonavano le hit del momento, il sole che batteva forte prima di una partita a tennis, mia mamma che diceva che dovevo studiare in attesa di settembre, Roberto che sognava di essere Panatta, io che facevo Borg. Poi arrivava il dopo cena.
Che si fa? Si esce.

Inevitabilmente nel tragitto partivano canzoni, le sue soprattutto. L’estate di Notte rosa forse è quella che ricordo di più. Ma il suo 33 giri che ho veramente consumato è quello intitolato Gloria. Ci siamo incontrati una volta in radio e una volta al Teatro Olimpico prima di un suo concerto. Mi dicevano fosse difficile da intervistare. Non è stato così durante quegli incontri son tornate quelle estati li. E pensavo che la vita ci sorprende. Quel ragazzo (io) che andava a prendere il gelato da San Cesareo a Frascati in una sera di agosto, non avrebbe mai pensato e immaginato che il Re dell’estate avrebbero parlato con lui un giorno.Lo ritengo uno dei migliori, uno dei più bravi. Uno di quelli che nella mia vita ha dato. Non era estate senza Umberto Tozzi.

Fabio Martini

 

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